Accesso alla giustizia nel panorama del diritto dell'UE e negli Stati membri
Costi e tempestività delle procedure di ricorso in materia ambientale
Gli Stati membri devono garantire che le procedure di ricorso giurisdizionale interno per impugnare decisioni, atti e comunicazioni relativi al diritto ambientale dell'UE non siano proibitivamente costose, in modo da costituire de facto un potenziale deterrente ad agire in giudizio. Pertanto, il regime dei costi delle procedure deve essere configurato in modo tale da garantire che i diritti conferiti dall'UE possano essere effettivamente esercitati dal pubblico interessato in forma singola e associata.
Il concetto di costo "non proibitivo" si riferisce a tutti i costi legati alla partecipazione e proposizione di un procedimento, comprese le garanzie finanziarie che il ricorrente sia tenuto a fornire, e si applica a tutte le fasi del giudizio. Su questa base, deve sussistere per il ricorrente una ragionevole prevedibilità sia per quanto riguarda la futura sopportazione dei costi del procedimento, sia per quanto riguarda la loro entità.
Per quanto riguarda l'applicazione della regola della soccombenza (“chi perde paga”) e altri approcci di ripartizione delle spese processuali da parte dei giudici nazionali al momento di decidere sui costi del procedimento, la CGUE ha sottolineato che devono essere presi in considerazione sia gli aspetti soggettivi che quelli oggettivi del ricorrente, quali la situazione finanziaria della persona interessata, la potenziale natura temeraria o manifestamente infondata della lite nelle varie fasi del procedimento, la complessità delle questioni affrontate e della stessa procedura in questione. L'obiettivo generale è quello di garantire che il costo del procedimento non sia, nel suo complesso, obiettivamente irragionevole. Per quanto riguarda l'applicazione della regola della soccombenza, essa può rivelarsi utile un approccio di ripartizione dei costi che preveda una limitazione dei costi. In particolare, nella causa Commissione contro Regno Unito, la CGUE ha statuito che, in linea di principio, la possibilità per il giudice adito di concedere un'ordinanza cautelare sui costi del procedimento garantisce una maggiore prevedibilità circa l’onerosità del procedimento, e contribuisce al rispetto del requisito di non eccessiva onerosità. Tuttavia, diverse caratteristiche specifiche dei sistemi di contenimento dei costi esistenti negli Stati membri si sono dimostrate non in linea con il requisito di "non proibitività".
Passando ora alla tempestività e all'efficienza delle procedure, gli Stati membri hanno il diritto di esigere che i ricorrenti in materia ambientale chiedano un controllo giurisdizionale entro determinati termini ragionevoli. Nella causa Stadt Wiener Neustadt, la CGUE ha confermato che è compatibile con il diritto comunitario stabilire termini ragionevoli per l'avvio di un procedimento nell'interesse della certezza del diritto. . Ciò opera sia a tutela del singolo, che a tutela dell'autorità amministrativa interessata.
Inoltre, ai sensi dell'articolo 9, paragrafo 4, della Convenzione di Århus, gli Stati membri devono garantire che le procedure di controllo giurisdizionale siano condotte in modo tempestivo. La tempestività delle procedure giudiziarie è una garanzia fondamentale per l'efficienza del controllo giurisdizionale. Un obbligo generale di garantire una durata ragionevole dei procedimenti è sancito anche dall'articolo 47, paragrafo 2, della Carta dei diritti fondamentali UE, che corrisponde all'articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo sul diritto a un processo equo.