Introduzione
La produzione di rifiuti costituisce uno degli effetti principali del moderno stile di vita economico e sociale e dei modelli di consumo e uno dei principali problemi, sempre più gravi, per l'ambiente e la salute umana, nonostante tutti i tentativi posti in essere per tenerlo sotto controllo. Più precisamente, nel 2014, sono stati generate 2.598 milioni di tonnellate di rifiuti nei 28 Stati membri dell'UE da attività industriali e privati cittadini, pari a più di 5.118 kg per abitante dell'UE.
A parte gli impatti ambientali e sanitari, i rifiuti sono direttamente correlati a perdite economiche, in quanto si stima che i materiali conferiti in discarica nell'UE potrebbero avere un valore commerciale di circa 5,25 miliardi di euro all'anno.
Inoltre, è necessario considerare il costo delle infrastrutture necessarie per la raccolta, lo smistamento e la gestione dei rifiuti, nonché la crisi delle risorse dovuta all'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali causato dalla crescita della popolazione, dall'urbanizzazione, da attività economiche e modelli di consumo non sostenibili.
Per affrontare le pressanti sfide in questo campo, l'UE ha deciso di trasformare la sua economia lineare (take-make-dispose) in un'economia circolare (Circular Economy, CE). Tale modello aspira a dissociare la crescita economica e il benessere dalla sempre maggiore produzione di rifiuti, a rafforzare una gestione dei rifiuti rispettosa dell'ambiente, a migliorare l'eco-design, a raggiungere percentuali di riciclo e riduzione dei rifiuti più elevate, a stimolare la competitività e l'efficienza delle risorse, nonché a creare nuovi posti di lavoro e opportunità per nuove imprese, innovazioni e investimenti, mantenendo il più a lungo possibile sul mercato il valore aggiunto dei prodotti. La politica CE approccia in modo olistico l'interrelazione tra risorse, sostanze, prodotti e rifiuti, evidenziando l'interfaccia tra le normative sui rifiuti, i prodotti e le sostanze chimiche, tenendo conto che i rifiuti - oltre all'inquinamento - possono essere concepiti e utilizzati come materia prima nel processo produttivo. In altre parole, il concetto di ciclo di vita, incorporato nell’approccio di CE sottolinea la necessità di prendere in considerazione gli impatti ambientali dell'intero ciclo di vita del materiale in modo integrato.
Il fatto che la CE metta sotto i riflettori la prospettiva del ciclo di vita costituisce un chiaro segnale verso la costruzione di collegamenti tra le norme di prodotto giuridicamente vincolanti, la legislazione e le politiche sulle risorse e sui rifiuti e la legislazione sulle sostanze chimiche, data l’importanza delle decisioni prese al momento in cui un prodotto è concettualizzato e fabbricato (fase di progettazione) per tutte le fasi successive della sua vita. Nel campo della legislazione e della politica UE sui rifiuti, le principali preoccupazioni ruotano attorno agli ostacoli e alle sfide legate alla "gestione ecologicamente corretta dei rifiuti". Secondo il piano d'azione CE della UE, solo il 40% circa dei rifiuti generati dalle famiglie dell'UE viene riciclato, mentre nel 2013 la produzione totale di rifiuti nell'UE è stata di circa 2,5 miliardi di tonnellate, di cui 1,6 miliardi di tonnellate non utilizzate o riciclate. Il pacchetto CE richiede, in particolare, un ulteriore chiarimento della definizione di rifiuto e una migliore applicazione della gerarchia dei rifiuti, con particolare attenzione all'aumento del riciclaggio, sia in termini quantitativi che qualitativi.