Traffico illecito di rifiuti
Introduzione
A partire dagli anni '70, l'UE ha assunto un ruolo guida nel contrastare i problemi derivanti dalla cattiva gestione dei rifiuti e dalle loro spedizioni illecite. Tuttavia, è stato solo nel 2002, con il Sesto Programma d'azione ambientale, che la gestione dei rifiuti è stata inclusa tra le priorità ambientali chiave a livello UE e, successivamente, nel 2007, il Trattato di Lisbona ha formalmente incluso la questione dell'ambiente in tutte le politiche europee.
Il rapporto "Movement of waste across the EU's internal and external borders" (EEA, 2012b) descrive la significativa crescita del commercio transfrontaliero di rifiuti, con le esportazioni di rame, ferro, acciaio, alluminio e nichel raddoppiate tra il 1999 e il 2011 e la plastica aumentata di cinque volte. Non sorprende che le reti criminali e i gruppi criminali organizzati si siano sempre più interessati ad attività transnazionali illecite, guidate da grandi guadagni finanziari e facilitate da un basso rischio di individuazione e da scarsi tassi di condanna. Allo stesso tempo, la circolazione dei rifiuti pericolosi sta diminuendo, soprattutto a causa dei severi requisiti di legge.
Data la natura transnazionale del traffico illegale di rifiuti, la cooperazione internazionale e il rapido scambio di informazioni diventano parte integrante della lotta contro questo tipo di crimini. Ciò significa, da un lato, informazioni pratiche e condivisione standardizzata dei dati tra i Paesi e, dall'altro, la possibilità di creare solide reti formali e informali tra le agenzie che operano nei settori (ad esempio, forze dell'ordine, procure, dogane, agenzie per la protezione dell'ambiente).