EU WATER LEGISLATION & JUGDES

SCHMUCKBILD + LOGO

INHALT

BREADCRUMB

C-La legislazione europea in materia di acque e l'accesso del pubblico alla giustizia: una questione cruciale e spinosa

 

"La vigilanza degli individui interessati a tutelare i loro diritti equivale a un controllo effettivo che si aggiunge a quello affidato dagli articoli 169 e 170 alla diligenza della Commissione e degli Stati membri" Click here for more information!. Molto presto, la Corte ha sottolineato questa "vigilanza" degli individui e ha sancito i principali principi cardine del diritto comunitario, come il primato e l'effetto diretto. Nonostante le condizioni molto restrittive di accesso del pubblico alla CGUE, o addirittura l'impossibilità di accedervi, la Corte di giustizia insiste sul ruolo strategico dei tribunali nazionali. Nonostante il rispetto del principio di autonomia procedurale e istituzionale, la Corte inquadra progressivamente i tribunali nazionali nelle loro funzioni di giudici comuni del diritto dell'UE alla luce, in particolare, del principio di leale cooperazione. Diversi rinvii pregiudiziali relativi a richieste di interpretazione delle direttive europee sull'acqua mostrano questa dinamica, al fine di garantire il diritto alla tutela giurisdizionale, il rispetto dei diritti conferiti dal diritto dell'UE e l'attuazione del diritto dell'UE.
Molti progetti di trattamento e distribuzione dell'acqua, finalizzati all'attuazione della legislazione sulle acque, sollevano questioni relative all'informazione e alla partecipazione del pubblico o ad altre disposizioni "trasversali" del diritto ambientale (vedi sopra, Parte 2). Di norma, i cittadini - come i vicini di un impianto di trattamento delle acque o le ONG - possono far valere presso i tribunali nazionali il loro diritto a essere informati su un impianto in progetto, possono partecipare al processo decisionale o, se del caso, contribuire al processo di valutazione dell'impatto ambientale, ecc. Più in generale, i tribunali nazionali e le autorità amministrative competenti devono applicare le leggi ambientali generali in relazione ai progetti riguardanti i servizi idrici.

Nella causa C-664/15 Click here for more information!, la Corte sottolinea che l'efficacia della direttiva 2000/60 (...) richiede "che i singoli o, se del caso, un'organizzazione ambientalista debitamente costituita possano avvalersene in giudizio e che i giudici nazionali possano prendere in considerazione tale direttiva come elemento del diritto dell'Unione, tra l'altro, per verificare se un'autorità nazionale che ha rilasciato un'autorizzazione per un progetto che può avere ripercussioni sullo stato delle acque abbia rispettato gli obblighi ad essa incombenti ai sensi dell'articolo 4 della direttiva (...).) e quindi si sia mantenuta nei limiti del potere discrezionale concesso alle autorità nazionali competenti da tale disposizione".
Nel caso di specie, la Corte di giustizia stabilisce che "negando alle organizzazioni ambientaliste il diritto di proporre un ricorso contro una siffatta decisione di rilascio di un'autorizzazione, il diritto processuale nazionale pertinente è contrario ai requisiti derivanti dalla lettura combinata dell'articolo 9, paragrafo 3, della Convenzione di Aarhus e dell'articolo 47 della Carta" dei diritti fondamentali dell'UE. Di conseguenza, "spetta al giudice del rinvio interpretare, nella massima misura possibile, le norme procedurali relative alle condizioni da soddisfare per avviare un'azione legale, conformemente agli obiettivi dell'articolo 9, paragrafo 3, della Convenzione di Aarhus e all'obiettivo di un'efficace tutela giurisdizionale dei diritti conferiti dal diritto dell'UE, al fine di consentire a un'organizzazione ambientalista, come Protect, di impugnare dinanzi a un giudice una decisione adottata a seguito di un procedimento amministrativo che può essere contraria al diritto ambientale dell'UE Click here for more information!.
Seguendo la giurisprudenza consolidata, la Corte ricorda che se "tale interpretazione conforme dovesse risultare impossibile, spetterebbe al giudice del rinvio disapplicare, nel procedimento dinanzi ad esso pendente, la norma di diritto processuale nazionale che impone all'organizzazione ambientalista in questione di avere lo status di parte per poter proporre un ricorso contro una decisione di rilascio di un'autorizzazione per un progetto che potrebbe essere contrario all'obbligo di prevenire il deterioramento dello stato dei corpi idrici". La Corte conclude inoltre che "qualsiasi disposizione di un ordinamento giuridico nazionale e qualsiasi prassi legislativa, amministrativa o giudiziaria che possa pregiudicare l'efficacia del diritto dell'Unione, negando al giudice nazionale competente per l'applicazione di tale diritto il potere di fare tutto il necessario, al momento della sua applicazione, per annullare le disposizioni legislative nazionali che potrebbero impedire alle norme dell'Unione di avere pieno vigore ed effetto, sono incompatibili con tali requisiti, che costituiscono l'essenza stessa del diritto dell'Unione" Click here for more information!.