Il ruolo del giudice ai sensi delle due direttive - concentrarsi sull'accesso alla giustizia
La direttiva sulla qualità dell'aria
I valori limite di concentrazione di inquinanti fissati dalla direttiva mirano alla protezione della salute umana. Pertanto, essi hanno l'obiettivo di proteggere il diritto individuale alla salute. Sono sufficientemente precisi e incondizionati per essere direttamente applicabili. Ciò significa che il singolo individuo ha il diritto di risalire ai valori limite nella sua legislazione nazionale di recepimento; ne consegue, altresì, che gli Stati membri sono obbligati a recepire i valori limite della direttiva sull'inquinamento atmosferico nel loro diritto nazionale. Inoltre, la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha confermato che: "ogniqualvolta l'inosservanza delle misure previste dalle direttive relative alla qualità dell'aria e all'acqua potabile e volte a tutelare la salute pubblica possa mettere in pericolo la salute umana, le persone interessate devono potersi avvalere delle norme imperative contenute in tali direttive".
L'articolo 13 della direttiva sull'inquinamento atmosferico prevede che i valori limite non devono essere superati. Tuttavia, dall'art. 23 consegue che, in caso di tale superamento, lo Stato membro è tenuto ad elaborare un piano di qualità dell'aria; in caso di rischio di superamento di una soglia di allarme, lo Stato membro è tenuto, ai sensi dell'art. 24, ad elaborare un piano d'azione a breve termine. La questione è se i cittadini uti singuli possano agire per ottenere l'elaborazione di tali piani.
Per quanto riguarda i piani d'azione a breve termine, la Corte di giustizia ha risposto affermativamente a questa domanda. La Corte ha ritenuto, in particolare, che i piani intendessero eliminare il più rapidamente possibile la minaccia per la salute umana e che l'elaborazione di un piano fosse la conseguenza prevista dalla legislazione dell'UE per i casi in cui le soglie di allarme rischiano di essere superate. Queste considerazioni si applicano anche ai piani per la qualità dell'aria ai sensi dell'articolo 23 della direttiva sull'inquinamento atmosferico; infatti, nei casi previsti dall'articolo 23, i valori limite non solo rischiano di essere superati, ma sono effettivamente superati, il che rende la minaccia per la salute umana ancora più grave.
D'altra parte, la Corte di Giustizia ha limitato il diritto dei singoli a richiedere l'elaborazione e/o l'attuazione circa un elemento specifico di un piano. La Corte ha infatti ritenuto che le autorità pubbliche dovessero adottare misure per mantenere il più breve possibile il rischio di superamento; potendo esse tuttavia beneficiare di un ampio margine di discrezionalità in tal senso. Per quanto riguarda il diritto tedesco, il Bundesverwaltungsgericht ha chiarito che una riduzione progressiva dell'inquinamento atmosferico non è necessariamente conforme al diritto dell'Unione europea, ma può essere scrutinata dai tribunali, onde verificare se tale riduzione sia effettivamente raggiunta il più rapidamente possibile.
Anche la Corte Suprema del Regno Unito ha sostenuto la possibilità di sottoporre a controllo giurisdizionale dei piani per la qualità dell'aria (in particolari, quelli ai sensi dell'articolo 23 della direttiva sull'inquinamento atmosferico), in merito alla loro capacità di ridurre l'inquinamento atmosferico il più rapidamente possibile.
Pur non avendo quindi alcun diritto a richiedere l'adozione di una misura specifica, dunque, gli individui possono più in generale invocare innanzi a un tribunale nazionale l'adozione di misure che riportino più rapidamente l'inquinamento atmosferico entro i valori richiesti.